venerdì 26 giugno 2009

povera italia! DERUBATA ANCHE DEL SUO NOME!!!

SERVIZI SEGRETI E BALLERINE
Il personale che si occupa dei trasferimenti passerà alle dipendenze dell’intelligence
«Voli di Stato gestiti dai Servizi»
La decisione del governo: le informazioni saranno coperte dal segreto
NOTIZIE CORRELATE
Voli di Stato di BerlusconiIl pm: «Archiviare gli atti» (16 giugno 2009)
Una ballerina di flamenco all’arrivo a Olbia il 24 maggio 2008 a bordo dall’aereo presidenziale
ROMA — Il personale che si occupa dei voli di Stato sarà trasferito alle dipendenze di­rette dell’intelligence. In parti­colare sarà inserito nell’orga­nico del Rud, l’ufficio che fa capo all’Aise — il servizio segreto mi­litare — ed è addet­to alle mansioni di vigilanza degli obiettivi. La decisione è stata presa dal go­verno dopo la pub­blicazione delle fo­to del premier Sil­vio Berlusconi che imbarca a bordo degli aerei con la sigla «Repubblica Italiana» i suoi ospiti privati come il cantante Mariano Apicella, attori e bal­lerine. E dopo la circostanza, emersa durante gli accerta­menti della Procura di Bari, che anche Gianpaolo Taranti­ni - indagato per induzione al­la prostituzione per aver porta­to ragazze a pagamento nelle residenze del premier - si spo­stava tra Roma e Milano a bor­do di quei velivoli. Nella richiesta di avvio del­la procedura, già trasmessa al­l’Aeronautica Militare e alle al­tre amministrazioni da cui di­pende il personale, i trasferi­menti vengono giustificati con motivi di «sicurezza e ri­servatezza ». Finora le liste pas­seggeri e i piani di volo pote­vano essere acquisiti dall’auto­rità giudiziaria, sia pur con un provvedimento motivato.

D’ora in avanti i documenti sa­ranno invece coperti dal segre­to e dunque per poterli visio­nare si dovrà avviare un iter molto più complesso e soprat­tutto ci sarà la possibilità di opposizione alla consegna. Un mese fa Silvio Berlusco­ni si era rivolto al garante del­la Privacy e alla magistratura romana per chiedere il seque­stro delle foto scattate dal re­porter sardo Antonello Zappa­du a Villa Certosa e all’aeropor­to di Olbia. Migliaia di scatti che riprendevano gli ospiti del­la sua residenza estiva, ma an­che quelli in arrivo o in parten­za a bordo dei velivoli. L’Au­thority ha ritenuto «illecito» ri­prendere e diffondere «imma­gini di persone all’interno di una privata dimora senza il lo­ro consenso e utilizzando tec­niche particolarmente invasi­ve », mentre ha stabilito che «sono permesse quelle riprese in luoghi pubblici», come è per esempio un aeroporto. La Procura ha invece dispo­sto il sequestro di tutti gli scat­ti e poi ha delegato i carabinie­ri all’acquisizione dei docu­menti relativi ai voli immorta­lati dal reporter. Due settima­ne sono bastate ai magistrati per chiedere al tribunale dei ministri l’archiviazione dell’in­chiesta.

L’indagine si è con­centrata soltanto sui voli docu­mentati da Zappadu. I magi­strati non hanno svolto alcu­na verifica ulteriore sugli altri trasferimenti con velivoli di Stato autorizzati dalla presi­denza del Consiglio e hanno chiuso il fascicolo. Hanno in­fatti ritenuto che la direttiva approvata dallo stesso gover­no Berlusconi il 25 luglio 2008 consente il trasporto degli estranei e soprattutto che «la presenza del premier a bordo degli aerei esclude la violazio­ne della legge e il danno patri­moniale per presunto sperpe­ro di denaro pubblico». La decisione dei pubblici ministeri della capitale non mette comunque al riparo da altre indagini che potrebbero essere avviate e da possibili fu­ghe di notizie sui voli presi­denziali. Di qui la scelta di una «blindatura» che invece impo­ne il massimo livello di riser­vatezza su tutti gli spostamen­ti. Proprio come accaduto per gli uomini della scorta di Ber­lusconi che sono stati assunti dall’Aisi — il servizio segreto interno — guidato dal genera­le Giorgio Piccirillo: la mag­gior parte di loro segue Silvio Berlusconi sin dai tempi della Fininvest.

I responsabili del­l’apparato di sicurezza sono stati inseriti nei ranghi degli 007 e hanno ottenuto la nomi­na a caporeparto, ma questo non impedisce che le decisio­ni operative siano prese di fat­to in piena autonomia. La col­locazione nell’apparato di in­telligence serve soprattutto a tutelare il vincolo di segretez­za. La decisione sul trasferi­mento del personale addetto ai voli di Stato dovrà adesso essere comunicata al Copasir, il comitato di controllo parla­mentare, che ha avviato un’in­dagine sulle misure di prote­zione del presidente del Consi­glio e sull’utilizzo degli aerei dell’Aeronautica. Villa Certosa è infatti «sede di governo al­ternativa in situazioni di emer­genza » e come tale deve esse­re tutelata. Durante le audizio­ni della scorsa settimana i ver­tici degli 007 hanno però chia­rito che «è protetta secondo il massimo livello di sicurezza possibile rispetto alla sua loca­lizzazione » e anche tenendo conto del tenore di vita del premier. Durante feste e cene la lista degli ospiti è infatti affi­data a vigilanza privata e, co­me accade pure a Palazzo Gra­zioli, agli ingressi non viene effettuato alcun tipo di con­trollo.

Fiorenza Sarzanini

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EVASIONE FISCALE
La metà dei villeggianti di Porto Cervo dichiara pochi euro
«Ricchi nullatenenti e poveri possidenti». È l'emblematico titolo del convegno, che si è tenuto ieri a Pescara, in cui l'associazione Contribuenti italiani (www.contribuenti.it) ha presentato gli ultimi dati sull'evasione fiscale. Il 47% dei contratti di affitto delle ville di Porto Cervo (in provincia di Olbia-Tempio Pausania) risulta intestato a nullatenenti o pensionati con la social card: tutti prestanome di imprenditori che raggiravano così il fisco. I dati sono relativi al 2006. In quel periodo 11 milioni di italiani hanno dichiarato di guadagnare 6 mila euro l'anno. Degli altri 29 milioni di lavoratori: 34.800 (solo lo 0,12%) avrebbero intascato oltre 200 mila euro; 203 mila (lo 0,70%) più di 100 mila. Pochi, secondo l'associazione. Infatti, nel 2006, sono state affittate 223 mila case di lusso, noleggiati 137 mila yacht, barche a vela e auto di grossa cilindrata. I dati, insomma non coincidono. «Serve un organismo di controllo presso le Prefetture - dice Vittorio Carlomagno, presidente di contribuenti.it - per verificare gli accertamenti a imprese e famiglie e la riscossione dei tributi».

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Notizie Libere ha scritto

il 28 giugno 2009 alle 23.39


Sanità, appalti, business rifiuti mazzette in aumento del 30%
Si travestono da consulenze o rimborsi viaggio

Non c’è più la busta di soldi, si passa attraverso società "cartiere" o sovrafatturazioni Denunce concentrate al Sud e in Lombardia. Risarcimenti da 19 a 117 milioni

ROMA - Non aspettatevi la mazzetta consegnata a mano o la busta di soldi nascosta fra gli incartamenti: la corruzione negli uffici pubblici ha fatto passi avanti e ora usa sistemi più elaborati. Il denaro passa alla persona «giusta» attraverso la sovrafatturazione di operazioni commerciali, l’utilizzo di società «cartiere» (quelle che emettono fatture inesistenti), il pagamento di presunte consulenze, il rimborso di spese elettorali o di falsate spese di viaggio e di rappresentanza. Nuove forme per esercitare vecchi vizi: corruzione (quando si chiede un pagamento per effettuare il «favore»), concussione (quando si utilizza il proprio ruolo dominante per costringere il privato a pagare o altro), abuso d’ufficio. Pratiche piuttosto diffuse nella pubblica amministrazione che il tornado di Mani Pulite ha colpito, ma certo non distrutto.

La Corte dei Conti ne traccia i confini, avverte che nel 2008 questa «tassa occulta e immorale» ha pesato «sulle tasche dei cittadini» per 60 miliardi e che il fenomeno, in tempi di crisi come quello attuale «è gravido di conseguenze». Perché sia chiaro - avvertono i magistrati contabili - ogni euro di mazzetta versato si ripercuote sui conti pubblici o come aumento di spesa o - per via delle operazioni illegali in «nero» - come mancato versamento di entrate fiscali.

L’Italia delle tangenti, con i suoi perversi legami con l’evasione, è dunque viva e gode di buona salute: il business delle mazzette, avverte la Corte, risulta in crescita del 30 per cento.

Nel 2008 sono stati registrati 3.197 delitti, denunciate più di 10 mila persone, 182 sono state arrestate o fermate per istigazione alla corruzione. Sicilia e Campania, Puglia, Calabria e Lombardia stanno in testa alle classifica; Val d’Aosta, Liguria, Friuli. Trentino Alto Adige e Molise risultano le regioni più virtuose. Il Lazio, sede delle amministrazioni centrali, sta più o meno a metà strada.

Il guaio, precisa la Corte dei Conti, è che di fronte allo sforzo richiesto alle forze in campo, il risultato - dal punto di vista delle condanne e dei risarcimenti - è ancora risibile. Nel 2008 le sentenze riguardo tali delitti sono state 110 (di cui 98 condanne). I danni patrimoniali e all’immagine che ne sono conseguiti sono stati valutati per 117 milioni di euro (ma se nella top ten delle denunce sta in vetta Sud, quanto a sentenze e risarcimenti il Nord rimonta).

Un buon risultato, se si considera che nel 2007 la quota si fermava a 18,8 milioni, ma certo poca cosa di fronte all’intensità del fenomeno.

Bisogna fare di più, avverte la Corte dei Conti, e soprattutto bisogna prevenire. «L’azione repressiva è insufficiente» si legge nel rendiconto, è un «mero deterrente contro la corruzione scoperta», ma per far sì che il fenomeno non esploda bisogna agire «su comportamenti, procedure, trasparenza».

Perché si corrompe? Ai vecchi obiettivi se ne sono aggiunti di nuovi: la Guardia di Finanza e i Carabinieri segnalano che nella pubblica amministrazione i settori più colpiti restano la sanità, le assunzioni del personale, la concessioni di finanziamenti e di appalti pubblici. Ma il malaffare sta crescendo anche nell’edilizia privata, nelle università, fra le consulenze e lo smaltimento rifiuti.

E’ «una tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini» avvertono i magistrati contabili. Il delitto, precisano, ha «un costo non monetizzabile» perché «rischia di ostacolare gli investimenti esteri, di distruggere la fiducia nelle istituzioni e di togliere la speranza nel futuro». Un quadro che fa a pugni con la rincorsa alla ripresa e che invece sviluppa una relazione pericolosa con l’evasione fiscale e l’economia sommersa, l’altra ferita aperta nell’economia italiana. I suo valore aggiunto, per la Corte di Conti « è quasi pari al 18% del Pil: in termini di gettito almeno 100 miliardi di euro l’anno. Un tesoro che deve essere recuperato».

LUISA GRION f.repubblica

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«Berlusconi non dovrebbe guidare il G8»: il nuovo affondo viene dalle colonne del Times e prende di mira questa volta le promesse non mantenute di aiuti all'Africa. «Il malcostume non è il problema maggiore, il Primo ministro italiano non ha mantenuto le promesse di aiuti», sottolinea un commento firmato da Joanne Green, della Catholic Agency for Overseas Development.

I leader del G8, scrive Green, dovrebbero essere imbarazzati dal fatto che sia Berlusconi a fare da ospite. Non perché i suoi colleghi abbiano preso una posizione morale «sugli intrallazzi nei quali è invischiato il leader italiano». No, continua, la ragione è ancora più importante: «L'agenda del G8 mette al centro l'Africa e lo sviluppo ma Berlusconi non ha mantenuto le sue promesse di aiuti». A causa sua, «la statura internazionale dell'Italia si è rimpicciolita».

Quattro anni fa a Gleneagles, spiega Green, i leader avevano promesso di raddoppiare gli aiuti all'Africa di 25 miliardi di dollari all'anno entro il 2010. Anche prima della crisi finanziaria – si legge ancora sul Times - l'Italia aveva mostrato «scarso impegno», aumentando gli aiuti appena del 3% mentre ora ci vorrebbe un 145% per raggiungere gli obiettivi di aiuto. Recentemente l'Italia ha annunciato la sua intenzione di fare tagli di bilancio «devastanti» agli aiuti. Risultato: «appare probabile che l'Italia darà, in percentuale del suo prodotto interno lordo, meno aiuti di qualsiasi altro Paese del G7».

Eppur, in vista del G8, Berlusconi sta cercando di presentarsi come statista internazionale. Il Times sottolinea in altri servizi che il premier sta facendo un tour de force per affrontare il vertice, cercando di concentrarsi sui grandi temi mondiali: «Berlusconi rifiuta di farsi distrarre dallo scandalo mentre fa lo statista»; «Berlusconi va sulla nave da crociera ma si prepara la tempesta». Per Richard Owen, la sua performance a Napoli, tesa a rassicurare l'opinione pubblica e i leader mondiali, «è solo parzialmente riuscita». Il corrispondente del Times definisce «bislacca» la scelta di una nave da crociera per inscenare il suo ritorno come statista, scelta che a suo parere ricorda le sue origini come cantante di crociera con un debole per le belle donne. Owen evoca il dubbio che le crisi politiche interne incidano sulla sua capacità di affrontare i problemi globali.



Sull'argomento interviene anche il Sun che in una vignetta ironizza sul diverso stile con cui viene curata l'auto del premier italiano al G-8 car park.

Dall'immagine di Berlusconi sulla nave di lusso parte invece il Financial Times nel servizio da Napoli di Guy Dinmore, «Berlusconi si proclama il leader più popolare». Il Ft sottolinea che il premier ha specificamente respinto quanto ha scritto la stampa straniera, che ha messo in dubbio la sua stabilità sulla scia delle accuse delle escort. «Minimizzando il pericolo di domande imbarazzanti sulla sua vita privata e sull'inchiesta giudiziaria sull'imprenditore che procurava prostitute, il premier ha accettato solo cinque brevi domande».

Sull'appello del presidente della repubblica Giorgio Napolitano punta l'attenzione il Guardian, che titola: «Non mettete l'Italia in imbarazzo prima del G8, il presidente esorta i media». Gli ha fatto eco Berlusconi, spazzando via le voci di una possibile crisi di governo.

Anche El Pais titola sulla tregua per il G8 chiesta da Napolitano, mentre dedica un altro titolo alle affermazioni del premier: «Il mio governo è il più stabile dell'Occidente». Miguel Mora osserva che i magistrati di Bari hanno un po' placato gli animi facendo sapere che non intendono chiamare a testimoniare Berlusconi nell'inchiesta sul suo amico Gianpaolo Tarantini. Un altro titolo su El Pais riguarda l'incontro del presidente della camera Gianfranco Fini e l'ex premier spagnolo José Maria Aznar: «Aznar e Fini criticano la sinistra ed evitano di menzionare Berlusconi».

Tra i siti francesi, Le Figaro scrive: «Le scappate di Berlusconi gettano un'ombra sul G8». «il G8 si presenta male per Silvio Berlusconi», comincia Richard Heuzé. Il presidente del consiglio italiano si attende «sguardi ironici» e soprattutto «teme nuove rivelazioni» sulla sua condotta che rischiano di metter il vertice in secondo piano. Per ora, cerca di risollevarsi con la diplomazia. Probabilmente, continua Le Figaro, i capi di stato e di governo fingeranno di non avere mai letto i giornali che raccontano giorno dopo giorno ogni dettaglio delle feste «pittoresche» organizzate da Berlusconi a Palazzo Grazioli, a Roma, e a Villa Certosa, in Sardegna.

E "en passant" Berlusconi avrebbe detto di avere mandato a Mosca «il buon Sarkozy, che è stato mio avvocato» per fare la mediazione tra la Russia e la Georgia. Il sito del Nouvel Observateur ci fa un titolo. E' uno scoop auto-elogiativo, scherza il sito satirico francese bakchich.info.

Le Monde pubblica due servizi sui luoghi del G8: «Scosse a L'Aquila in vista del G8» e «Sull'isola della Maddalena tutto era pronto». Per alcuni degli sfollati che da due mesi vivono sotto le tende, riferisce Philippe Ridet, la decisione di tenere il summit nella città terremotata è una «gigantesca operazione di comunicazione» e i soldi spesi per il G8 sono risorse di cui non disporranno mai.

30 giugno 2009
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