Il personale che si occupa dei trasferimenti passerà alle dipendenze dell’intelligence
«Voli di Stato gestiti dai Servizi»
La decisione del governo: le informazioni saranno coperte dal segreto
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Voli di Stato di BerlusconiIl pm: «Archiviare gli atti» (16 giugno 2009)
Una ballerina di flamenco all’arrivo a Olbia il 24 maggio 2008 a bordo dall’aereo presidenziale
ROMA — Il personale che si occupa dei voli di Stato sarà trasferito alle dipendenze dirette dell’intelligence. In particolare sarà inserito nell’organico del Rud, l’ufficio che fa capo all’Aise — il servizio segreto militare — ed è addetto alle mansioni di vigilanza degli obiettivi. La decisione è stata presa dal governo dopo la pubblicazione delle foto del premier Silvio Berlusconi che imbarca a bordo degli aerei con la sigla «Repubblica Italiana» i suoi ospiti privati come il cantante Mariano Apicella, attori e ballerine. E dopo la circostanza, emersa durante gli accertamenti della Procura di Bari, che anche Gianpaolo Tarantini - indagato per induzione alla prostituzione per aver portato ragazze a pagamento nelle residenze del premier - si spostava tra Roma e Milano a bordo di quei velivoli. Nella richiesta di avvio della procedura, già trasmessa all’Aeronautica Militare e alle altre amministrazioni da cui dipende il personale, i trasferimenti vengono giustificati con motivi di «sicurezza e riservatezza ». Finora le liste passeggeri e i piani di volo potevano essere acquisiti dall’autorità giudiziaria, sia pur con un provvedimento motivato.
D’ora in avanti i documenti saranno invece coperti dal segreto e dunque per poterli visionare si dovrà avviare un iter molto più complesso e soprattutto ci sarà la possibilità di opposizione alla consegna. Un mese fa Silvio Berlusconi si era rivolto al garante della Privacy e alla magistratura romana per chiedere il sequestro delle foto scattate dal reporter sardo Antonello Zappadu a Villa Certosa e all’aeroporto di Olbia. Migliaia di scatti che riprendevano gli ospiti della sua residenza estiva, ma anche quelli in arrivo o in partenza a bordo dei velivoli. L’Authority ha ritenuto «illecito» riprendere e diffondere «immagini di persone all’interno di una privata dimora senza il loro consenso e utilizzando tecniche particolarmente invasive », mentre ha stabilito che «sono permesse quelle riprese in luoghi pubblici», come è per esempio un aeroporto. La Procura ha invece disposto il sequestro di tutti gli scatti e poi ha delegato i carabinieri all’acquisizione dei documenti relativi ai voli immortalati dal reporter. Due settimane sono bastate ai magistrati per chiedere al tribunale dei ministri l’archiviazione dell’inchiesta.
L’indagine si è concentrata soltanto sui voli documentati da Zappadu. I magistrati non hanno svolto alcuna verifica ulteriore sugli altri trasferimenti con velivoli di Stato autorizzati dalla presidenza del Consiglio e hanno chiuso il fascicolo. Hanno infatti ritenuto che la direttiva approvata dallo stesso governo Berlusconi il 25 luglio 2008 consente il trasporto degli estranei e soprattutto che «la presenza del premier a bordo degli aerei esclude la violazione della legge e il danno patrimoniale per presunto sperpero di denaro pubblico». La decisione dei pubblici ministeri della capitale non mette comunque al riparo da altre indagini che potrebbero essere avviate e da possibili fughe di notizie sui voli presidenziali. Di qui la scelta di una «blindatura» che invece impone il massimo livello di riservatezza su tutti gli spostamenti. Proprio come accaduto per gli uomini della scorta di Berlusconi che sono stati assunti dall’Aisi — il servizio segreto interno — guidato dal generale Giorgio Piccirillo: la maggior parte di loro segue Silvio Berlusconi sin dai tempi della Fininvest.
I responsabili dell’apparato di sicurezza sono stati inseriti nei ranghi degli 007 e hanno ottenuto la nomina a caporeparto, ma questo non impedisce che le decisioni operative siano prese di fatto in piena autonomia. La collocazione nell’apparato di intelligence serve soprattutto a tutelare il vincolo di segretezza. La decisione sul trasferimento del personale addetto ai voli di Stato dovrà adesso essere comunicata al Copasir, il comitato di controllo parlamentare, che ha avviato un’indagine sulle misure di protezione del presidente del Consiglio e sull’utilizzo degli aerei dell’Aeronautica. Villa Certosa è infatti «sede di governo alternativa in situazioni di emergenza » e come tale deve essere tutelata. Durante le audizioni della scorsa settimana i vertici degli 007 hanno però chiarito che «è protetta secondo il massimo livello di sicurezza possibile rispetto alla sua localizzazione » e anche tenendo conto del tenore di vita del premier. Durante feste e cene la lista degli ospiti è infatti affidata a vigilanza privata e, come accade pure a Palazzo Grazioli, agli ingressi non viene effettuato alcun tipo di controllo.
Fiorenza Sarzanini
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EVASIONE FISCALE
La metà dei villeggianti di Porto Cervo dichiara pochi euro
«Ricchi nullatenenti e poveri possidenti». È l'emblematico titolo del convegno, che si è tenuto ieri a Pescara, in cui l'associazione Contribuenti italiani (www.contribuenti.it) ha presentato gli ultimi dati sull'evasione fiscale. Il 47% dei contratti di affitto delle ville di Porto Cervo (in provincia di Olbia-Tempio Pausania) risulta intestato a nullatenenti o pensionati con la social card: tutti prestanome di imprenditori che raggiravano così il fisco. I dati sono relativi al 2006. In quel periodo 11 milioni di italiani hanno dichiarato di guadagnare 6 mila euro l'anno. Degli altri 29 milioni di lavoratori: 34.800 (solo lo 0,12%) avrebbero intascato oltre 200 mila euro; 203 mila (lo 0,70%) più di 100 mila. Pochi, secondo l'associazione. Infatti, nel 2006, sono state affittate 223 mila case di lusso, noleggiati 137 mila yacht, barche a vela e auto di grossa cilindrata. I dati, insomma non coincidono. «Serve un organismo di controllo presso le Prefetture - dice Vittorio Carlomagno, presidente di contribuenti.it - per verificare gli accertamenti a imprese e famiglie e la riscossione dei tributi».
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Notizie Libere ha scritto
il 28 giugno 2009 alle 23.39
Sanità, appalti, business rifiuti mazzette in aumento del 30%Si travestono da consulenze o rimborsi viaggio
Non c’è più la busta di soldi, si passa attraverso società "cartiere" o sovrafatturazioni Denunce concentrate al Sud e in Lombardia. Risarcimenti da 19 a 117 milioni
ROMA - Non aspettatevi la mazzetta consegnata a mano o la busta di soldi nascosta fra gli incartamenti: la corruzione negli uffici pubblici ha fatto passi avanti e ora usa sistemi più elaborati. Il denaro passa alla persona «giusta» attraverso la sovrafatturazione di operazioni commerciali, l’utilizzo di società «cartiere» (quelle che emettono fatture inesistenti), il pagamento di presunte consulenze, il rimborso di spese elettorali o di falsate spese di viaggio e di rappresentanza. Nuove forme per esercitare vecchi vizi: corruzione (quando si chiede un pagamento per effettuare il «favore»), concussione (quando si utilizza il proprio ruolo dominante per costringere il privato a pagare o altro), abuso d’ufficio. Pratiche piuttosto diffuse nella pubblica amministrazione che il tornado di Mani Pulite ha colpito, ma certo non distrutto.
La Corte dei Conti ne traccia i confini, avverte che nel 2008 questa «tassa occulta e immorale» ha pesato «sulle tasche dei cittadini» per 60 miliardi e che il fenomeno, in tempi di crisi come quello attuale «è gravido di conseguenze». Perché sia chiaro - avvertono i magistrati contabili - ogni euro di mazzetta versato si ripercuote sui conti pubblici o come aumento di spesa o - per via delle operazioni illegali in «nero» - come mancato versamento di entrate fiscali.
L’Italia delle tangenti, con i suoi perversi legami con l’evasione, è dunque viva e gode di buona salute: il business delle mazzette, avverte la Corte, risulta in crescita del 30 per cento.
Nel 2008 sono stati registrati 3.197 delitti, denunciate più di 10 mila persone, 182 sono state arrestate o fermate per istigazione alla corruzione. Sicilia e Campania, Puglia, Calabria e Lombardia stanno in testa alle classifica; Val d’Aosta, Liguria, Friuli. Trentino Alto Adige e Molise risultano le regioni più virtuose. Il Lazio, sede delle amministrazioni centrali, sta più o meno a metà strada.
Il guaio, precisa la Corte dei Conti, è che di fronte allo sforzo richiesto alle forze in campo, il risultato - dal punto di vista delle condanne e dei risarcimenti - è ancora risibile. Nel 2008 le sentenze riguardo tali delitti sono state 110 (di cui 98 condanne). I danni patrimoniali e all’immagine che ne sono conseguiti sono stati valutati per 117 milioni di euro (ma se nella top ten delle denunce sta in vetta Sud, quanto a sentenze e risarcimenti il Nord rimonta).
Un buon risultato, se si considera che nel 2007 la quota si fermava a 18,8 milioni, ma certo poca cosa di fronte all’intensità del fenomeno.
Bisogna fare di più, avverte la Corte dei Conti, e soprattutto bisogna prevenire. «L’azione repressiva è insufficiente» si legge nel rendiconto, è un «mero deterrente contro la corruzione scoperta», ma per far sì che il fenomeno non esploda bisogna agire «su comportamenti, procedure, trasparenza».
Perché si corrompe? Ai vecchi obiettivi se ne sono aggiunti di nuovi: la Guardia di Finanza e i Carabinieri segnalano che nella pubblica amministrazione i settori più colpiti restano la sanità, le assunzioni del personale, la concessioni di finanziamenti e di appalti pubblici. Ma il malaffare sta crescendo anche nell’edilizia privata, nelle università, fra le consulenze e lo smaltimento rifiuti.
E’ «una tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini» avvertono i magistrati contabili. Il delitto, precisano, ha «un costo non monetizzabile» perché «rischia di ostacolare gli investimenti esteri, di distruggere la fiducia nelle istituzioni e di togliere la speranza nel futuro». Un quadro che fa a pugni con la rincorsa alla ripresa e che invece sviluppa una relazione pericolosa con l’evasione fiscale e l’economia sommersa, l’altra ferita aperta nell’economia italiana. I suo valore aggiunto, per la Corte di Conti « è quasi pari al 18% del Pil: in termini di gettito almeno 100 miliardi di euro l’anno. Un tesoro che deve essere recuperato».
LUISA GRION f.repubblica
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«Berlusconi non dovrebbe guidare il G8»: il nuovo affondo viene dalle colonne del Times e prende di mira questa volta le promesse non mantenute di aiuti all'Africa. «Il malcostume non è il problema maggiore, il Primo ministro italiano non ha mantenuto le promesse di aiuti», sottolinea un commento firmato da Joanne Green, della Catholic Agency for Overseas Development.
I leader del G8, scrive Green, dovrebbero essere imbarazzati dal fatto che sia Berlusconi a fare da ospite. Non perché i suoi colleghi abbiano preso una posizione morale «sugli intrallazzi nei quali è invischiato il leader italiano». No, continua, la ragione è ancora più importante: «L'agenda del G8 mette al centro l'Africa e lo sviluppo ma Berlusconi non ha mantenuto le sue promesse di aiuti». A causa sua, «la statura internazionale dell'Italia si è rimpicciolita».
Quattro anni fa a Gleneagles, spiega Green, i leader avevano promesso di raddoppiare gli aiuti all'Africa di 25 miliardi di dollari all'anno entro il 2010. Anche prima della crisi finanziaria – si legge ancora sul Times - l'Italia aveva mostrato «scarso impegno», aumentando gli aiuti appena del 3% mentre ora ci vorrebbe un 145% per raggiungere gli obiettivi di aiuto. Recentemente l'Italia ha annunciato la sua intenzione di fare tagli di bilancio «devastanti» agli aiuti. Risultato: «appare probabile che l'Italia darà, in percentuale del suo prodotto interno lordo, meno aiuti di qualsiasi altro Paese del G7».
Eppur, in vista del G8, Berlusconi sta cercando di presentarsi come statista internazionale. Il Times sottolinea in altri servizi che il premier sta facendo un tour de force per affrontare il vertice, cercando di concentrarsi sui grandi temi mondiali: «Berlusconi rifiuta di farsi distrarre dallo scandalo mentre fa lo statista»; «Berlusconi va sulla nave da crociera ma si prepara la tempesta». Per Richard Owen, la sua performance a Napoli, tesa a rassicurare l'opinione pubblica e i leader mondiali, «è solo parzialmente riuscita». Il corrispondente del Times definisce «bislacca» la scelta di una nave da crociera per inscenare il suo ritorno come statista, scelta che a suo parere ricorda le sue origini come cantante di crociera con un debole per le belle donne. Owen evoca il dubbio che le crisi politiche interne incidano sulla sua capacità di affrontare i problemi globali.
Sull'argomento interviene anche il Sun che in una vignetta ironizza sul diverso stile con cui viene curata l'auto del premier italiano al G-8 car park.
Dall'immagine di Berlusconi sulla nave di lusso parte invece il Financial Times nel servizio da Napoli di Guy Dinmore, «Berlusconi si proclama il leader più popolare». Il Ft sottolinea che il premier ha specificamente respinto quanto ha scritto la stampa straniera, che ha messo in dubbio la sua stabilità sulla scia delle accuse delle escort. «Minimizzando il pericolo di domande imbarazzanti sulla sua vita privata e sull'inchiesta giudiziaria sull'imprenditore che procurava prostitute, il premier ha accettato solo cinque brevi domande».
Sull'appello del presidente della repubblica Giorgio Napolitano punta l'attenzione il Guardian, che titola: «Non mettete l'Italia in imbarazzo prima del G8, il presidente esorta i media». Gli ha fatto eco Berlusconi, spazzando via le voci di una possibile crisi di governo.
Anche El Pais titola sulla tregua per il G8 chiesta da Napolitano, mentre dedica un altro titolo alle affermazioni del premier: «Il mio governo è il più stabile dell'Occidente». Miguel Mora osserva che i magistrati di Bari hanno un po' placato gli animi facendo sapere che non intendono chiamare a testimoniare Berlusconi nell'inchiesta sul suo amico Gianpaolo Tarantini. Un altro titolo su El Pais riguarda l'incontro del presidente della camera Gianfranco Fini e l'ex premier spagnolo José Maria Aznar: «Aznar e Fini criticano la sinistra ed evitano di menzionare Berlusconi».
Tra i siti francesi, Le Figaro scrive: «Le scappate di Berlusconi gettano un'ombra sul G8». «il G8 si presenta male per Silvio Berlusconi», comincia Richard Heuzé. Il presidente del consiglio italiano si attende «sguardi ironici» e soprattutto «teme nuove rivelazioni» sulla sua condotta che rischiano di metter il vertice in secondo piano. Per ora, cerca di risollevarsi con la diplomazia. Probabilmente, continua Le Figaro, i capi di stato e di governo fingeranno di non avere mai letto i giornali che raccontano giorno dopo giorno ogni dettaglio delle feste «pittoresche» organizzate da Berlusconi a Palazzo Grazioli, a Roma, e a Villa Certosa, in Sardegna.
E "en passant" Berlusconi avrebbe detto di avere mandato a Mosca «il buon Sarkozy, che è stato mio avvocato» per fare la mediazione tra la Russia e la Georgia. Il sito del Nouvel Observateur ci fa un titolo. E' uno scoop auto-elogiativo, scherza il sito satirico francese bakchich.info.
Le Monde pubblica due servizi sui luoghi del G8: «Scosse a L'Aquila in vista del G8» e «Sull'isola della Maddalena tutto era pronto». Per alcuni degli sfollati che da due mesi vivono sotto le tende, riferisce Philippe Ridet, la decisione di tenere il summit nella città terremotata è una «gigantesca operazione di comunicazione» e i soldi spesi per il G8 sono risorse di cui non disporranno mai.
30 giugno 2009
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